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domenica 15 aprile 2012

absolut !!!!!!!!!





                                             un gioiello di vodka




Pernod Ricard, colosso del Wine&Spirits, ha già archiviato la crisi; il titolare di marchi prestigiosi come Havan Club, Absolut Vodka, Amaro Ramazzotti, Malibu, Chivas Regal ha registrano un trend di crescita del 5,5%.

“Merito di una politica di investimenti sul marketing dei brand premium. Così abbiamo acquisito quote di mercato grazie a un portafoglio diversificato”, spiega ad Affaritaliani.it Antonio Duva, direttore commerciale per l’Italia. Che anticipa gli obiettivi del gruppo per il futuro: conquistare l’Asia, Cina in particolare. I consumatori italiani? “Di qualità più che di quantità: bisogna far loro gustare anche la cultura e la storia del prodotto”. E per i giovani (ma non solo) una serie di iniziative sul bere responsabile.




Il gruppo in Italia sta registrando un trend di crescita a volume del 3,5% e a valore del 5,5%. Numeri ottimi se si pensa che la crisi fa sentire ancora i suoi pesanti effetti. Qual è il vostro segreto?
“Il mercato degli spirits in Italia registra dopo due anni di crisi una stabilità di volumi: noi siamo riusciti ad acquisire quote di mercato grazie a un portafoglio diversificato. Merito di una politica di investimenti sul marketing dei brand premium che ha fatto leva su alcune categorie in crescita”.
Quali?
“In particolare nel nostro Paese abbiamo cavalcato la crescita della vodka, settore in cui siamo leader con Absolute e Wyborowa Exquisite. Poi abbiamo spinto un prodotto come Malibu, un rum al cocco a bassa gradazione, che ha registrato una crescita a doppia cifra. E abbiamo fatto leva sul mercato dei rum, che è stabile, puntando su due segmenti: il premium con Havana 7 e quello dei rum bianchi con il nostro Havana 3 anni”.



Quali sono le peculiarità del mercato italiano?“L’Italia è un produttore di vino ed ha quindi un consumo di alcolici e superalcolici pro capite più basso di quello di altri Paesi. C’è un consumo di qualità più che di quantità: il consumatore italiano è attento e vuole gustare nel superalcolico anche la cultura e la storia del prodotto. Per questo noi cerchiamo di educarlo alle differenze qualitative e di origine. C’è un’educazione al bere diversa in Italia: anche alcuni fenomeni di eccessivo consumo di alcol tra i giovani sono, al di là di quello che può sembrare, in numeri assoluti molto inferiori rispetto ai Paesi nordici, per esempio”.
E Pernod Ricard si muove anche su questo fronte: avete appena indetto il 23 maggio scorso, a livello mondiale, la Prima Giornata del Bere Responsabile.
“Abbiamo innanzitutto cercato di sensibilizzare tutti i nostri dipendenti perché diventassero ambasciatori del bere responsabile. E poi abbiamo lanciato una grossa iniziativa per i consumatori chiamata ‘Party&Taxi” in 35 catene della grande distribuzione: acquistando uno dei nostri prodotti si riceve un voucer di 10 euro per poter prendere il taxi al ritorno dalla discoteca o da una festa. Abbiamo messo in circolazione 185mila voucer, non a concorso, con un investimento di un milione e 850 mila euro. Stiamo insomma veicolando il messaggio ‘don’t drink and drive’ in 3.200 punti vendita in tutta Italia”.
Si abbassa sempre di più l’età del primo bicchiere: avete messo in campo anche iniziative per i più giovani?



“Certo: il nostro impegno sul bere responsabile è continuo. Utilizziamo il nostro brand Havana Club, ritenuto molto credibile soprattutto dai giovani, per organizzare dei Responsible Party nelle discoteche: all’ingresso del locale aiutiamo i gruppi di amici a designare un guidatore che riaccompagnerà a casa gli altri e durante la serata, con l’aiuto dei dj lanciamo gli slogan del cosiddetto ‘dj-calogo’ che invitano i ragazzi a non eccedere”.
E nella pubblicità e nel marketing?




“Seguiamo il codice etico di autoregolamentazione internazionale dei principali player, chiamato The Amsterdam Group, e poi ne abbiamo un altro interno che è ancora più restrittivo. Non mostriamo mai in comunicazione persone troppo giovani, né situazione di eccesso. Puntiamo invece a mostrare situazioni di bere conviviale e di qualità. Le nostre bottiglie poi, anche se non è imposto dalla legge, hanno il simbolo per sensibilizzare le donne in gravidanza sui rischi dell’abuso di alcolici”.
Tornando ai numeri, previsioni e obiettivi per il futuro?
“Il Gruppo Pernod Ricard ha registrato nei primi 9 mesi dell’anno fiscale 2010-2011 una crescita del fatturato ddell’11%, con un aumento del 16% nei mercati emergenti. E per il futuro prevediamo risultati in aumento. Oltre alla crescita su alcuni segmenti, si aggiunge un investimento specifico per i Paesi emergenti come la Cina e l’Asia in generale. In Cina siamo già leader di mercato per quanto riguarda il whisky, il whisky premium e il cognac”.



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