kasha raffin fierek

mercoledì 29 febbraio 2012

baby doll

Che cos’è un’anima errante? È forse un angelo privo di ali, dimentico del Dio che l’ha creato? O forse è un demone, uno spirito maligno che si aggira sulla Terra per compiere il male? In realtà, un’anima errante non è angelo né demone; come afferma Boy, protagonista del romanzo di Sharon Carter Rogers, essa è qualcosa che Dio ha creato nel tempo libero e poi ha dimenticato ai confini della realtà, essere di carne e sangue che il mondo, però, non può vedere, salvo alcuni individui con cui si rende possibile instaurare uno speciale Legame, patto di sguardi che unisce l’anima errante all’essere umano e che durerà sino alla morte o all’instaurarsi di un nuovo Legame. In questo modo avviene il contatto tra Boy e Baby Doll, durante una fredda giornata di febbraio, quando l’anima errante giace vicino alla tomba del suo ultimo Legame e la ragazza accompagna il suo patrigno nel suo ultimo viaggio. Baby Doll ha vent’anni: è bella, dotata di grande cultura e vive in una casa che pullula di cameriere e guardie del corpo. Ma questa giovane donna che studia filosofia e ama la letteratura greca e latina è figlia adottiva di Charlie Murphy, capo di una potente organizzazione criminale. Priva dei genitori e privata dell’infanzia, questa ragazza a cui è stato rubato il passato, e che porta il nome di una bambola, conferisce all’anima errante che a lei si lega il nome Boy, ovvero ragazzo, appellativo anonimo, privo di identità, dato da una giovane alla ricerca della sua.
Poiché è nel nome che risiede il passato, ed è nel passato che risiedono le radici dell’anima umana, Baby Doll, grazie all’aiuto di Boy, riesce a ritrovare il suo nome, se stessa, e a comprendere la sua vera essenza, che ha nell’amore la sua naturale, originaria dimensione e vocazione. Ma, per giungere a questo, la ragazza deve portare a termine un piano difficile, che la costringe a scontrarsi con i vertici dell’organizzazione criminale del suo patrigno; deve inseguire ed essere inseguita; rischiare di uccidere e di essere uccisa, sino a scoprire la verità tanto anelata. Da questa giovane donna, impulsiva come una bambina ma coraggiosa come le migliori eroine dei romanzi, Boy capisce a sua volta cosa significhi essere un’anima errante; lui, né angelo né demone, diventa il deus ex machina di Baby Doll, l’angelo mandato da Dio per aiutare una fanciulla sola, anche lei errante, a trovare la strada del suo passato rubato.

Baby Doll

Baby Doll


Non è raro, leggendo la recensione di un romanzo, imbattersi in termini spesso abusati quali “avvincente” o “emozionante”. Ma cosa succede quando ci troviamo di fronte a una storia realmente avvincente? Quando questa riesce a suscitare emozioni nel lettore? Una storia, una bella storia, riesce ad esser tale quando per un lettore risulta difficile, diciamo pure doloroso, allontanarsi dal libro. È il “devo” di cui parla Stephen King in Misery, il diktat che ci impone di rimanere, di proseguire nella lettura a dispetto dei compiti a casa e delle faccende domestiche, il diktat che rischia di farci saltare la fermata quando siamo sull’autobus o che ci tiene svegli anche se il giorno dopo dovremo alzarci presto per andare a lavoro. Perché dobbiamo sapere come la storia andrà a finire, che succederà a quel personaggio che amiamo o detestiamo, se il finale sarà come immaginiamo o se ci aspetterà un inaspettato colpo di scena. Baby Doll è un romanzo che fa scattare nel lettore il piacevole diktat del “devo”. La trama riesce a unire sapientemente il mistero all’indagine, inseguimenti e sparatorie in stile gangster stories a toni più sommessi e romantici, senza mai cadere nel banale.
Gli stessi protagonisti crescono, acquistano spessore e complessità psicologica man mano che le vicende si infittiscono e a fine libro si nota con piacere come, soprattutto in Baby Doll, la scoperta della verità coincida con una piena maturazione interiore, come donna ma, soprattutto, come essere umano. L’elemento di maggior interesse nel romanzo della Rogers, infatti, è proprio l’acquisizione, da parte dei suoi personaggi, di una dimensione morale che non cede il passo a facili moralismi né appesantisce la lettura, sempre più gradevole con il proseguire della storia. Pubblicato nella collana Teens di Fanucci, è in realtà godibilissimo anche da lettori che hanno superato da tempo la loro adolescenza. Perché non si è mai troppo grandi per leggere una bella storia.

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