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martedì 7 febbraio 2012

LA BUGIARDA PATOLOGICA



La prima caratteristica che connota un bugiardo patologico è dichiararsi sostenitori della sincerità e dei valori. Si tratta di persone severamente malate, anche se appaiono normali in superficie, e il loro disturbo può provocare gravissime conseguenze a chi sta loro vicino.
Sono persone che non hanno consapevolezza della loro malattia e credono che mentire sia giusto al fine di proteggere il proprio ego per guadagnare dei benefici. Gli altri, naturalmente, ricevono dai danni gravi in risposta ai comportamenti spietatamente manipolatori, e mendaci messi in atto dal bugiardo. Fondamentalmente, si tratta di persone che sono in grado di inscenare una pantomima della realtà fino ad apparire sinceri al più attento osservatore.
A molti capita di incontrare e conoscere persone con tale disturbo; essi si presentano con grande attorialità, ipocrisia (“ipocrita”, in greco significa attore) e astuzia come persone buone e sincere, quindi utilizzano questa maschera come copertura al fine di poter mentire e raggirare con maggior efficacia. Perciò è molto difficile riconoscerli e si può facilmente diventarne vittima nelle relazioni di amicizia, di lavoro e sentimentali.






C’era una volta un bambino di nome Peppino che era un ragazzino bugiardo.
Egli all’inizio era stato un bimbo come tutti gli altri, ma un giorno, per caso, aveva scoperto che inventando una bugia poteva liberarsi di ciò che gli dava fastidio e non gli piaceva.
Poteva, cioè, allontanare rimproveri e punizioni scaricandole su qualcun altro, per esempio, suo fratello Pallino, grassottello e bonaccione, nonchè cocco della mamma che dopo una sgridata lo perdonava e tutto finiva lì.
Sì, la faccenda era cominciata quella volta in cortile quando, durante una gara di goal tra lui e il suo fratellino più piccolo, con un calcione ben assestato aveva spedito il pallone dritto nel vetro della finestra della signora Giovanna, l’inquilina del primo piano.
La donna si era affacciata urlante ed era andata subito a lamentarsi dalla loro madre chiedendo danni e punizione.
Era iniziata una serie di domande incalzanti poste dalla mamma arrabbiatissima:
“Chi è stato? Di chi è la colpa? E’ modo di fare? Chi resterà senza gelato per una settimana?”
Pallino si era messo subito a piangere e Peppino lo aveva seguito a ruota:
Tra le lacrime protestavano entrambi: “Non sono stato io, non è colpa mia, è stato lui….”.
La mamma, che non conosceva Salomone, aveva strepitato, aveva minacciato, aveva pagato i danni e aveva lasciato passare la cosa.
Da quel momento per Peppino si erano aperti orizzonti sconosciuti: non era più costretto a dire la verità, poteva inventare bugie.
Chi aveva scritto con i pennarelli sul muro del corridoio della scuola “La bidella Mariuccia è antipatica”?
Chi aveva nascosto il libro di lettura di Marco nell’ultimo cassetto della cattedra?
Chi aveva infilato il berretto di Paolo nella cartella di Simonetta?
Chi aveva mangiato di nascosto la merendina al cioccolato di Marcella?
Lui, sempre lui, Peppino.
Ma Peppino negava, accusava qualcun altro che veniva punito al posto suo.
Presto i compagni di classe si accorsero del suo modo di fare e cominciarono a prendere le distanze.
Nessuno voleva più essergli amico.
Così, Peppino si ritrovò solo. Nessun amico. Nessuno con cui chiacchierare, ridere, scherzare, giocare.
Quando se ne rese conto, ne parlò con la sua mamma e le raccontò tutta la verità, anche la storia della pallonata nel vetro della signora Giovanna.
“Avevo capito”, disse la mamma abbracciandolo, “che qualcosa tormentava il tuo cuoricino.
Non eri più tu, non eri più il mio bambino, essendo tutto preso ad inventare scuse e giustificazioni.
Non avere paura di dire la verità, sempre, anche quando temi che io possa adirarmi o rimproverarti.
Sii coraggioso, chiedi scusa. Vedrai che nessuno più ti metterà da parte e tutti torneranno ad esserti amici.”
Peppino fu un vero ometto e obbedì alla sua mamma. Ritrovò la serenità e fu di nuovo felice.
Anche tu che leggi, stai attento: essere bugiardi è un difetto preoccupante e pericoloso, perché porta alla perdita della fiducia di chi ti sta vicino, visto che nessuno crede più a ciò che dici.
Nessuno, infatti, vuole avere come amico chi fa le cose di nascosto e non dice la verità, perché un amico è una persona di cui ti puoi fidare, a cui puoi aprire il tuo cuore, dirgli cosa pensi con la sicurezza di essere compreso e difeso.
Ricorda che devi dire sempre la verità, costi quel che costi: nessuno vuol avere a che fare con chi è abituato a mentire, perchè non può contare sulla parola data e sull’amicizia sincera.

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