kasha raffin fierek

lunedì 26 marzo 2012

da dadiversi anni sn affetta da tricotillomania...mi strappo le ciglia...di sopra non riesco a smettere...



Tricotillomania, l’incontrollabile impulso di strapparsi le ciglia.


La tricotillomania, parola che deriva dal greco (da ‘tricos’, ‘capello’, e ‘tillein’, che ha i significati di ‘strappare’ e ‘mania’), indica l’abitudine compulsiva di strapparsi capelli o peli, con conseguenti danni a cuoio capelluto, ciglia, sopracciglia .
Chi soffre di questo disturbo tira e tormenta capelli e peli per ricavarne piacere o sollievo, assecondando un impulso irresistibile che scaturisce da uno stato di tensione crescente che trova termine solo quando lo strappo è avvenuto. Il soggetto può in seguito esaminare le radici del pelo o del capello estirpato, accarezzarlo, giocarci. Nei casi più estremi può persino ingerirlo; questo comportamento è detto tricofagia e causa complicanze dovute al formarsi di boli di capelli e peli nell’intestino.
La tricotillomania è considerata uno dei disturbi del controllo degli impulsi e molto spesso si manifesta in concomitanza con sintomi tipici dei disturbi ossessivo-compulsivi (per esempio disturbi da controllo, da contaminazione e altre compulsioni irresistibili), come pure insieme a sindormi quali ansia o depressione.
Gli studi sin qui compiuti evidenziano come questo disturbo abbia origine durante l’infanzia e ipotizzano che si manifesti  in seguito a un evento scatenante.
Secondo alcune stime, la tricotillomania colpisce tra il 2% e il 4% della popolazione e risulta più frequente nelle donne che negli uomini.
Più frequentemente lo strappo compulsivo dei capelli ha luogo nella zona frontoparietale, partendo dalla periferia e spostandosi verso il centro, e determina il formarsi di lesioni del cuoio capelluto anche molto estese.
Chi è affetto da questo disturbo può inoltre manifestare una rarefazione evidente di ciglia, sopracciglia .
Chi soffre di tricotillomania prova quasi sempre vergogna per il suo comportamento, tanto che difficilmente mette in atto la sua condotta compulsiva in presenza di altre persone. Anzi, alcuni riducono in modo significativo i rapporti sociali, sia per celare il disturbo che per nascondere agli occhi altrui i danni estetici.

Le persone affette da tricotillomania sono molto a disagio nell’ammettere il loro comportamento compulsivo. Anzi, tendono sempre a negarlo. Di conseguenza la risoluzione del problema deve anzitutto passare attraverso un aumento della consapevolezza del soggetto in merito al disturbo di cui soffre.
Un approccio terapeutico di tipo cognitivo-comportamentale può condurre il paziente a una ristrutturazione cognitiva capace di persuaderlo che il suo comportamento scorretto cesserà entro breve, insegnandogli utili pratiche di automonitoraggio e tecniche di rilassamento muscolare che vengono attuate per mezzo di esercizi respiratori o della visualizzazione di immagini piacevoli.
Uno studio condotto recentemente da un team di ricercatori della University of Minnesota School of Medicine, coordinato dallo psichiatra Jon E. Grant e pubblicato sulla rivista Archives of General Psychiatry, ha testato gli effetti di un comune amminoacido (dotato di azione antiossidante e contenuto in numerosi integratori), la N-acetilcisteina, su un gruppo di soggetti affetti da tricotillomania.
I 50 pazienti coinvolti, esaminati per 12 settimane, sono stati suddivisi in due gruppi: per le prime sei settimane dell’esperimento, al primo gruppo è stata somministrata una dose giornaliera di 1.200 mg di N-acetilcisteina e aumentata a 2.400 mg per le seguenti sei settimane, mentre il secondo gruppo ha ricevuto un placebo.
Terminato il trattamento, i ricercatori hanno stabilito che la N-acetilcisteina aveva apportato considerevoli benefici al 56% dei pazienti che l’avevano assunta. Un dato significativo se si pensa che la percentuale di soggetti che aveva ottenuto miglioramenti con la sostanza placebo scendeva drasticamente al 16%.
Il dottor Grant ha spiegato i risultati incoraggianti dello studio facendo riferimento all’azione di modulazione che la N-acetilcisteina esercita sui livelli del glutammato, un neurotrasmettitore eccitatorio del Sistema Nervoso Centrale.
I farmaci finora impiegati nel trattamento dei disturbi compulsivi intervengono sul funzionamento della serotonina, ma la scoperta dei ricercatori americani potrebbe aprire la strada a terapie che agiscono invece sul glutammato.
In questo modo si potrebbe quindi giungere all’elaborazione di farmaci capaci di fornire un aiuto consistente sia a chi è affetto da tricotillomania sia a chi deve fronteggiare qualsiasi altra sindrome ossessivo-compulsiva.

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